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Porta Orientale o Porta Maccarone
Un tempo era detta porta dè Carroni, perché facevano il loro ingresso in città i carri più grani ed ingombranti, specialmente quelli adibiti al trasporto delle pietre. È da mettere in stretta relazione con quello opposto di Porta S. Giovanni, entrambi sull’asse di un cardo romano, entrambi caratterizzati da una stessa tecnica costruttiva. All’esterno, brani murari duecenteschi attorniano l’arco ogivale di un secolo più tardo. In alto sopravvive l’unica immagine mariana delle tante che un tempo proteggevano gli ingressi cittadini. La lunetta sul lato opposto presenta un affresco del sec. XIV, restaurato nel 1987. Dirimpetto alla porta esisteva fino al secolo scorso il vecchio macello. Più indietro nel tempo vi è segnalato il rustico da cui fu staccata l’immagine della Madonna della Misericordia trasferita in S. Maria Argentea nel 1641. Porta Maccarone e Porta delle Ceresce sono le uniche a non aver dato nome alle guaite in cui erano comprese. Il giro delle mura si fa più ripido a monte della linea porta Maccarone-porta S. Giovanni. Per oltre 600m. la cinta urbana, che assume in pianta la forma di un poligono, è affiancata da resti di antemurali, sommersi sotto un rialzo erboso. Tali fortificazioni, costruite in pera a sacco, rivestite di ciottoli sovrapposti in fitti strati, rafforzate da baluardi scarpati, sono state recentemente riconosciute come romane. Il torrione orientale, fondato su uno degli antichi propugnacoli, reca lo stemma più antico di Norcia, e marca l’inizio della tratta orientale delle mura, la più elevata. Poco distante, verso il basso, si vedono i resti di una chiesetta (il Salvatore o Cristo Resuscitato) ridotta a cascina nelle vicinanze dell’Istituto Tecnico Commerciale “Roberto Battaglia”. Da esso proviene la tavola del Cristo Risorto di Nicola da Siena, trasmigrata prima in S. Scolastica e poi alla Castellina.