Ampia e luminosa camera matrimoniale o tripla, con la possibilità di avere tre letti singoli oppure un matrimoniale ed un singolo. l’ideale per famiglie con un bambino o gruppo di amici. Prevede televisore, wifi, asciugacapelli, bollitore the con tisane rilassanti, servizi interni indipendenti con ampio box doccia.
Porta Palatina o di Patino
Prende il nome dalla montagna a forma di piramide che le sta di fronte (Monte Patino). Sulla sua vetta furono ritrovati idoletti bronzei e frammenti fittili ricollegabili a culti antichi. Alle falde, la tradizione colloca la mitica Rocca Palatina. Lo scoglio di Monte Patino nasconde una grotta lambita dal sentiero diretto a Castelluccio di Norcia, i cui abitanti rientravano da questa porta quando si ritiravano a svernare nel rione di Capolaterra. Ridotta al solo arco, la porta acquistò l’aspetto attuale dopo i dissesti sismici del Sette-Ottocento. Al lato è sistemato un “torcalarium” in funzione di sedile. La muraglia adiacente è tutta bucherellata di finestre che danno luce alle umili abitazioni addossatesi sul lato interno. La maggior caratteristica di questa porta è la presenza di una fonte-lavatoio a tre fornici alimentata dall’acquedotto di Capregnola, che qui vicino penetra nell’abitato, rivela la sua origine romana nei grossi pietroni delle vasche coperte da tettoia. Era solita la vista di qualche lavandaia. Poco oltre si notano altri notevoli resti degli antemurali romani, il campanile a vela di S. Spirito e, più avanti ancora, quello di S. Antonio. Quest’ultimo, rifatto nel 1705, con cupolino e lesene classicheggianti nella cella campanaria, conserva tre feritoie duecentesche alla base. Il vasto monastero attiguo costituisce la punta settentrionale delle mura, scandita da ampie finestrature e da numerosi torrioni.
La guaita di Porta Palatina abbracciava la metà meridionale di Capolaterra, compresa tra le vie Vespasia Polla e Anicia. L’epicentro di Capolaterra è piazza Palatina da cui si dipartono a raggiera cinque strade che bisogna percorrere a piedi per cogliere il carattere di questa acropoli rurale dove stalle e fienili contendevano lo spazio alle dimore degli uomini. La ricostruzione ha notevolmente migliorato l’aspetto edilizio del quartiere, un tempo popolato soprattutto da pastori e contadini. L’unità abitativa tipo era costituita da una stalla lunga e stretta a pianterreno, priva di finestre, e da un paio di anguste stanze ricavate al piano superiore. Nei pressi della piazza, che ha nel mezzo una fontana di ghisa ottocentesca, si trovano la chiesa del crocifisso e gli oratori delle ex confraternite di S. Agostinuccio e di S. Maria degli Angeli.